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lord of the rings Il Signore Degli Anelli - Il Ritorno Del Re - Extended Edition (2003), [BDrip 1080p - H264 - Ita Eng Ac3 - Sub Ita Eng] torrent


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Torrent Description
Titolo originale: The Lord of the Rings: The Return of the King
Nazionalità: Nuova Zelanda,USA
Anno: 2003
Genere: avventura, fantastico
Regia: Peter Jackson
Cast: Elijah Wood, Ian McKellen, Ian Holm, Christopher Lee, Liv Tyler, Sean Bean, Cate Blanchett, Sean Astin, Orlando Bloom, Billy Boyd, Dominic Monaghan, Viggo Mortensen, John Rhys-Davies, Andy Serkis, Hugo Weaving, Marton Csokas, Mark Ferguson, Sala Bake, Lawrence Makoare, Peter McKenzie, Craig Parker, Harry Sinclair, Alan Howard, Noel Appleby, Sala Baker, Megan Edwards, Michael Elsworth
Durata: 263 minuti


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8,9/10 con 1'045'000 voti--->IMDb TOP250#9 ALL-TIME!!! :toot: [/b]


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Il film si apre con il passato di Gollum. Il racconto inizia da una battuta di pesca da parte di due piccoli hobbit: Sméagol e Déagol. All'amo di Déagol abbocca un pesce molto grande che trascina l’hobbit in acqua. Il pesce riesce a scappare con l'esca ma lo sventurato pescatore è attratto da un bagliore sul fondo, che si rivela poi essere l'Unico Anello. Quando Déagol torna a riva con l'insolito frutto della sua pesca, Sméagol vede l'Anello e ne desidera fortemente il possesso. Sméagol così glielo chiede come regalo di compleanno, ma Déagol si rifiuta. Nasce così uno scontro che sfocia nella morte di Déagol. Divenuto il Portatore dell'Anello, Sméagol è lentamente consumato e trasformato dal potere oscuro dell'oggetto e rintanatosi a vivere nelle profondità della terra, diviene in seguito Gollum.

Tornando al presente, la storia riprende dopo la fine della seconda parte, Le due torri: Gandalf, Théoden, Aragorn, Gimli, Legolas ed Éomer si recano a Isengard, trovandola distrutta dagli Ent, e incontrano Merry e Pipino, i quali narrano loro il trionfo di Barbalbero su Saruman, che, ormai a corto di poteri, è rinchiuso nella torre di Orthanc. Subito dopo Pipino trova il Palantír sotto l'acqua che ricopre Isengard e lo prende, ma Gandalf glielo toglie di mano mettendolo in guardia sulla sua pericolosità. I guerrieri tornano poi tutti insieme a Edoras per festeggiare la vittoria su Isengard. Ma la curiosità di Pipino non ha limiti e, mentre tutti dormono, cerca di dare un’occhiata nel Palantír, attirando così su di sé il vigile occhio di Sauron. Fermato in extremis riferisce a Gandalf quanto ha visto nella sfera. Così da Rohan Gandalf e Pipino partono per Gondor.

Arrivato a Minas Tirith, Gandalf cerca di convincere il sovrintendente Denethor a prepararsi per l'attacco di Sauron, ma questi, sconvolto dalla morte del figlio Boromir (avvenuta alla fine de La Compagnia dell'Anello) ha perso ormai il lume della ragione. Nel frattempo Frodo e Sam, accompagnati da Gollum, continuano il loro pericoloso viaggio e arrivano davanti alle porte di Minas Morgul, dalle quali vedono uscire un grande esercito comandato dal Re Stregone di Angmar. Mentre salgono le ripide scale di roccia che portano a Cirith Ungol, Gollum fa credere a Frodo, sconvolto dalla fatica e debilitato dall'Anello, che Sam voglia impadronirsi del potente oggetto; il portatore dell'Anello dice quindi a Sam di andarsene.

A Edoras, nel frattempo, Aragorn è riuscito a convincere re Théoden ad accorrere in aiuto di Gondor. È quindi radunato un esercito di 6000 Rohirrim pronti a muovere verso Minas Tirith, troppo pochi per sperare in una vittoria. Per poter rinfoltire i ranghi dell'esiguo esercito Aragorn, accompagnato da Gimli e da Legolas, decide di attraversare i Sentieri dei Morti, infestati da un antico popolo che avrebbe dovuto aiutare Isildur e che, non avendo mantenuto la promessa, potrà trovare pace solo dopo aver aiutato l’erede di Isildur, cioè Aragorn.

Faramir, posto a difesa di Osgiliath, subisce un violento attacco da parte degli orchi che lo costringono a ritirarsi assieme ai suoi uomini. Tornato a Minas Tirith, è incolpato da suo padre Denethor della sconfitta e obbligato a un disperato e suicida tentativo di contrattacco. Riesce a salvarsi, ma è gravemente ferito e Denethor, ormai impazzito di dolore, quando vede l'esercito di Sauron in arrivo decide di suicidarsi insieme al figlio e ordina ai servi di preparare un rogo.

Frodo, nel frattempo, entra a Cirith Ungol dove, tradito da Gollum, è assalito e colpito da Shelob, un immenso ragno discendente da Ungoliant. Rientra però in azione Sam, che, accortosi del tradimento di Gollum, torna indietro ad aiutare l'amico, sconfigge Shelob ma è costretto a prendere l'Anello e Pungolo da Frodo, apparentemente morto.

La difesa di Minas Tirith è organizzata da Gandalf, ma la superiorità numerica degli orchi è schiacciante e il cancello della città è abbattuto consentendo agli invasori di dilagare all'interno. Gandalf, avvertito da Pipino, raggiunge Faramir sulla sommità della cittadella, nel luogo dove riposano i re di Gondor, per salvarlo dalla pazzia di suo padre Denethor che vuole essere cremato assieme a lui. Lo stregone riesce a salvare Faramir ma, a seguito della colluttazione che ne nasce, Denethor prende fuoco e si getta in preda alle fiamme dalla rupe che sovrasta la città. Intanto gli orchi avanzano all'interno di Minas Tirith, ma all'alba giungono sul campo i cavalieri di Rohan che, con una carica travolgente, sbaragliano le file del nemico. A questo punto, però, Sauron fa entrare in scena gli enormi olifanti, che creano disordine e scompiglio tra i difensori. L'arrivo di Aragorn, fiancheggiato da Legolas, da Gimli e dall’esercito dei Morti, conclude la battaglia a favore di Gondor e Rohan. Théoden resta, però, gravemente ferito nello scontro con il Re Stregone che Éowyn, poco prima della morte dello zio, riesce a uccidere grazie all'aiuto di Merry. Sconfitto l'esercito di Sauron, non resta che marciare verso Mordor.

Sauron, tuttavia, può contare ancora su decine di migliaia di orchi nella battaglia finale. Aragorn e Gandalf, intanto, hanno deciso di marciare verso il Nero Cancello, in modo da attirare su di loro l'attenzione di Sauron, distraendolo così da Frodo, il quale può recarsi all'interno del Monte Fato per distruggere finalmente l'Anello. Aragorn, dunque, a capo dell'esercito di Gondor e di Rohan, si presenta ai cancelli di Mordor per sfidare Sauron. Quando il Nero Cancello si apre è possibile udire l'esercito degli orchi gridare la poesia dell'Anello nella Lingua Nera.

Frodo, intanto, in realtà ancora vivo dopo l'attacco di Shelob, è catturato dagli orchi, ma, dopo essere stato salvato da Sam, recupera l'Anello e riprende il viaggio insieme al fedele amico. Arrivati alle pendici del Monte Fato, i due hobbit si scontrano nuovamente con Gollum, e, mentre Sam combatte, Frodo entra nella Voragine del Monte Fato per gettare l'Anello. Arrivato al momento cruciale, cede però alla sua corruzione e lo indossa, rivelando così la sua posizione a Sauron che spedisce immediatamente i Nazgûl contro di lui. Prima di loro arriva, però, Gollum che, con un morso, strappa il dito con l'Anello a Frodo e, durante la colluttazione che segue, cade nella lava trascinando con sé l'Anello che così è finalmente distrutto: grazie a questo avvenimento la grande torre dell'occhio di Sauron viene distrutta, sconfiggendolo una volta per tutte.

Frodo e Sam, usciti dal vulcano in esplosione, sono portati via in tempo da Mordor dalle Aquile, arrivate in loro soccorso grazie a Gandalf, e raggiungono Minas Tirith, dove si celebrano l'incoronazione di Aragorn come re di Gondor e il suo matrimonio con Arwen, figlia di Elrond. Gli hobbit tornano nella Contea e, pochi anni dopo, Frodo, quale Portatore dell'Anello, decide di partire insieme a Bilbo (diventato nel frattempo lo hobbit più vecchio della storia della Contea), a Gandalf e agli ultimi elfi rimasti (tra cui Elrond, Celeborn e Galadriel) verso Valinor, chiudendo così la Terza Era della Terra di Mezzo.

SCENE AGGIUNTE NELL'EXTENDED EDITION
Ancor più di quanto accaduto per i due episodi precedenti, l'edizione cinematografica de Il ritorno del Re ha sacrificato numerose scene narrativamente rilevanti per motivi di durata; tali scene sono state reintegrate nell'edizione estesa. Di seguito ne sono descritte alcune:

Vi sono due conclusioni differenti per quanto riguarda la vicenda di Saruman: nella versione cinematografica, il personaggio interpretato da Christopher Lee non appare mai sullo schermo, ma il racconto di Barbalbero lascia intendere implicitamente che lo stregone sia in fin di vita e a corto di poteri nella torre di Orthanc. Nella versione estesa, invece, Saruman compare e si confronta verbalmente con Gandalf; quest'ultimo cerca di estorcergli delle informazioni circa i piani di Sauron e fra i due vi è una breve lotta a colpi di incantesimi che termina con la rottura del bastone di Saruman.

Inoltre, lo stregone ha un duro scontro verbale anche con re Théoden, che gli chiede spiegazioni per tutti gli innocenti morti a Rohan a causa sua e, così come Frodo nel capitolo Percorrendo la Contea, invita Grima Vermilinguo ad abbandonare Saruman. Quest'ultimo, però, afferma che egli non sarà mai libero e lo umilia schiaffeggiandolo; Grima, allora, estrae un pugnale in uno scatto d'ira, colpendo ripetutamente lo stregone alla schiena. Legolas tenta di impedirglielo, scoccando una freccia che lo colpisce al petto, mentre Saruman, ormai moribondo, precipita dalla sommità della torre. Il taglio di questa scena (oltre a privare di un finale le vicende di Saruman e Grima) rende particolarmente bizzarro il ritrovamento del Palantír: nella versione cinematografica, infatti, sembra quasi che Pipino lo ritrovi per caso, mentre nella versione estesa è invece evidente come l'Hobbit noti l'artefatto magico mentre esso scivola via dalla tunica di Saruman.

Per festeggiare la vittoria al Fosso di Helm, Legolas e Gimli si sfidano a una gara di bevute a colpi di boccali di birra, vinta dall'elfo.

Dopo essere usciti dal palazzo di Denethor, c'è una sequenza di dialogo in cui Gandalf spiega brevemente a Pipino come la stirpe dei Re fu spezzata.

Durante il viaggio verso Mordor, in un breve istante in cui c'è un raggio di sole, Sam crede di vedere una corona sulla testa di una statua semidistrutta del re.

Mentre Frodo, Sam e Gollum salgono le scale, Sam avverte Gollum del fatto che, nel caso sospetti qualcosa, saranno guai per Gollum.

Mentre gli Orchi arrivano ad Osgiliath, uccidono un uomo che li aveva visti con una freccia, venendo quindi scoperti da Faramir.

Prima della partenza dei Rohirrim, Merry presta giuramento a re Théoden. Poi, Gimli dice che vorrebbe portare in guerra una legione di Nani armati e ripugnanti, ma Legolas gli risponde che la guerra marcia già sul loro territorio (questo è un riferimento alla battaglia di Dale).

Dopo la perdita di Osgiliath, Faramir e Denethor fanno un discorso e il Sovrintendente chiama suo figlio "il pupillo dello stregone" (Gandalf) e ha una visione di Boromir.

Prima del giuramento di Pipino, vi è un dialogo tra lo hobbit e Faramir.

Aragorn, Legolas e Gimli entrano nella grotta nel tentativo di convincere l'esercito dei morti a combattere per loro: nella versione cinematografica, la scena si conclude con Aragorn che, a gran voce, domanda agli spettri quale sia la loro risposta; in seguito, i tre riappaiono direttamente nella fase finale della Battaglia dei Campi del Pelennor, con l'esercito dei morti al loro fianco. Nella versione estesa, invece, prima che il Re dei morti risponda, i tre compagni sono costretti ad abbandonare la grotta a causa di un terremoto provocato da una cascata di teschi; solo dopo essere tornati all'esterno, il Re li raggiunge e li informa che combatteranno per ottenere la libertà. La scena prosegue poi con l'arrivo delle Navi Nere dei Corsari, contro cui Aragorn, Legolas e Gimli scatenano l'esercito dei morti (piccolo cameo del regista Jackson nella parte di un pirata ucciso dalla "freccia di avvertimento" di Legolas).

Durante la battaglia a Minas Tirith, prima che gli orchi penetrino nella città, è presente una scena in cui essi tentano invano di abbattere il portone con un semplice ariete di legno. Solo in seguito, Gothmog ordina di usare Grond.
C'è una scena in cui i Rohirrim vengono informati dell'andamento della Battaglia dei Campi del Pelennor ed Éowyn e Merry si fanno coraggio reciprocamente.

Quando Pipino e Gandalf si dirigono da Denethor per impedirgli di bruciare vivo Faramir, nella versione estesa essi incrociano il Re Stregone di Angmar che, nettamente più forte di Gandalf, infrange il bastone dello Stregone Bianco e sta per sopraffarlo, ma è poi distratto dall'arrivo dell'esercito di Rohan. Questa scena contiene tuttavia un grave errore poiché, come espresso chiaramente da Tolkien, Gandalf aveva nello spirito la stessa potenza di Sauron: ciò rende impossibile che uno spettro, quale il Re Stregone, abbia potuto tenere testa e perfino vincere contro Gandalf. Nel libro appare una scena simile davanti ai cancelli di Minas Tirith tuttavia il Nazgûl lascia la scena prima di un eventuale confronto.

Nella versione estesa Éowyn e Merry combattono direttamente contro gli Haradrim posti in groppa agli olifanti.

Nella versione proiettata al cinema, s’intuisce che Gothmog sia stato ucciso dalla carica dei cavalieri di Rohan, mentre nella versione estesa si scontra due volte con Éowyn e viene infine abbattuto da Aragorn e Gimli.

C'è una scena in cui Aragorn ed Éomer assistono Éowyn nelle Case di Guarigione, curando la ferita inflittale dal Re Stregone di Angmar col flagello.

Quando i protagonisti decidono di cavalcare verso il Nero Cancello per attirare l'occhio di Sauron, c'è una scena in cui Aragorn prende il Palantír e si mostra all'Oscuro Signore, sfidandolo apertamente.

Dopo la partenza di Aragorn, nelle Case di Guarigione, vi è una sequenza in cui Éowyn e Faramir si osservano senza parlare, e la dolcezza il loro sguardo lascia intendere che i due si stiano innamorando: ecco perché dopo l'incoronazione di Aragorn li si vede assai vicini mentre applaudono.

Quando Frodo e Sam entrano a Mordor travestiti da orchi, scesi dalla collina vengono scambiati per orchi veri e propri e costretti a marciare verso il Nero Cancello. Riescono a fuggire poco prima di essere scoperti, scatenando una rissa
durante un'ispezione.

Nel finale, Aragorn, Gandalf, Legolas, Gimli ed Éomer chiamano Sauron, ma dal Nero Cancello di Mordor esce invece un suo servo: la Bocca di Sauron. Costui ha in mano la cotta di maglia in mithril appartenuta a Frodo, e la sventola davanti agli eroi come prova della sua morte. Aragorn, seppur turbato, sostiene di non credere alle parole dell'ambasciatore di Sauron e lo decapita. Il reintegro di questa scena dà un significato diverso, e più profondo, al momento in cui Aragorn e compagni caricano l'esercito al grido: "Per Frodo!". Inoltre, nella versione cinematografica, è incomprensibile perché Aragorn abbia la spada sporca di sangue.




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DIFFERENZE DAL LIBRO AL FILM

Nel libro Aragorn viene informato circa i Sentieri dei Morti da Elladan e Elrohir, figli di Elrond assieme ad una trentina di Raminghi (la Grigia Compagnia), che lo seguono nel viaggio, non da Elrond, come nel film. Nel film, inoltre, sia i figli di Elrond che i Raminghi sono assenti.

Nel film è l'Armata dei Morti di Erech a cambiare le sorti della Battaglia dei Campi del Pelennor, nel libro, invece, dalle navi dei corsari di Umbar prese da Aragorn scendono, oltre alla Grigia Compagnia, numerosi rinforzi dei popoli del Sud amici di Gondor reclutati durante il viaggio sul fiume i quali permettono la vittoria. L'Armata dei Morti nel libro viene lasciata libera di riposare in pace da Aragorn prima di giungere sul campo di battaglia, dopo che ha aiutato l'uomo a far scappare i corsari e rubare così le loro navi.

Nel libro Aragorn possiede già Anduríl (ossia Narsil, la riforgiata spada di Elendil) quando parte da Gran Burrone: non gli viene, quindi, portata appositamente da Elrond come nel film.

La parte del film ove Pipino guarda il Palantir di Saruman ed intravede i cosiddetti piani del nemico sull'attacco a Gondor e sbagliato. Nel libro avviene in modo diverso e nel secondo romanzo le due torri. La scena non si svolge a Edoras ma sulla via del ritorno da Isengard, di notte mentre i protagonisti Theoden sono accampati a dormire, e pipino prende si la sfera ma intravede i cavalieri neri e poi Sauron, Egli pensano che Saruman abbia acchiappato l'anello del potere dagli Hobbit e così facendo lo abbia tradito, ed invia un Nazgul a Isengard. In seguito Gandalf si vede obbligato a partire immediatamente per Gondor.

L'idea di Gollum di sbriciolare il pane elfico e poi gettarlo per far ricadere la colpa su Sam è solo nel film. Nel libro questo non accade e infatti Frodo e Sam entrano insieme nella galleria.

La vicenda del ragno gigante Shelob avrebbe potuto essere inserita nel finale de Le due torri, come riportato nel libro, ma in accordo alla cronologia delle appendici de Il ritorno del re, è stata comunque coerentemente inserita nel terzo film.
Nel libro l'esercito di Sauron è composto soprattutto da uomini del Sud, nel film da orchi.

La pazzia di Denethor, elemento importante sia nel libro che nel film, non viene dettagliatamente analizzata in quest'ultimo. Nel libro si scopre che egli ha segretamente usato un Palantír e che attraverso di esso Sauron lo ha indotto allo sconforto e alla follia, mentre nel film lo si può solo intuire dalla sua affermazione "[...] credi che gli occhi della torre bianca siano ciechi? io ho visto più di quanto tu sappia [...]".

Nel film non è presente il personaggio di Beregond, un Dúnedain della Guardia della Cittadella di Minas Tirith che stringe amicizia con Pipino e partecipa al suo fianco nella Battaglia del Morannon. Nella pellicola non è stato inserito nemmeno il figlio di Beregond, Bergil.

Nel libro l'intera Battaglia dei Campi del Pelennor si svolge nella più completa oscurità (la luce del sole tornerà solo al termine della battaglia), causata dall'espansione dei fumi vulcanici di Mordor inviati da Sauron per coprire le sue schiere. I cavalieri di Rohan giungono sul campo di battaglia celati dal buio e caricano di sorpresa gli eserciti nemici. Nel film, al contrario, benché il cielo sia coperto di nubi, gran parte della battaglia si svolge di giorno, con la luce del sole ben visibile; la carica della cavalleria di Rohan risulta, perciò, differente nel suo dispiegarsi, mancando l'effetto sorpresa presente nel libro. Nella trasposizione cinematografica resta pertanto inspiegabile la frase "[...] Avanti! E non temete l'oscurità [...]" pronunciata da Théoden all'arrivo sui Campi del Pelennor e mutuata dall'opera di Tolkien. Infine, nel film è presente un errore per quanto riguarda l'arrivo dei cavalieri di Rohan sul campo di battaglia: dalle immagini sembra che il sole sorga alle loro spalle, come se essi giungessero da Est (cosa impossibile, visto che ad oriente è collocata Mordor). Al contrario, i Rohirrim arrivavano da Nord, sicché il sole sarebbe dovuto sorgere alla loro sinistra.

Nel libro Gandalf ha un confronto con il Re Stregone di Angmar dinanzi ai cancelli di Minas Tirith, appena infranti dall'ariete Grond, ma non ha luogo alcuno scontro poiché il Re Stregone, udendo le trombe dei Rohirrim, torna sul campo di battaglia. Gandalf tuttavia è certamente più forte del suo nemico (dopo il ritorno nella Terra di Mezzo come Gandalf il Bianco egli stesso afferma di essere divenuto l'essere più potente in essa, uguale in spirito perfino a Sauron, sebbene la sua condizione "terrena" lo renda inferiore a quest'ultimo). Nel film, al contrario, si ha uno scontro più diretto sugli spalti di una delle cinte murarie interne della città, nel quale il Re Stregone appare di gran lunga più forte dello Stregone Bianco, tanto da spezzargli il bastone e scaraventarlo giù da cavallo grazie al suo drago sovrastando lui e Pipino, fatto questo non possibile dato che Gandalf è un Maia dello stesso rango di Sauron. Anche qui, però, il Signore dei Nazgûl è richiamato indietro dallo squillo delle trombe dei Rohirrim. Per di più, nel libro, nel momento dello scontro con Gandalf, il Re Stregone monta un cavallo nero, mentre nel film monta un drago.

Nel libro Merry riesce a ferire il Re Stregone di Angmar soltanto perché il suo pugnale, trovato nei Tumulilande prima di raggiugere Brea, è di fattura elfica. Sarebbe impossibile infatti per qualsiasi arma "mortale" ferire lo spettro. Questa particolarità non viene specificata nel film.

Nel libro Merry, dopo aver affrontato il Re Stregone di Angmar, viene curato da Aragorn nella Casa di Guarigione. Nel film, invece, Merry non va nella Casa di Guarigione e combatte nella Battaglia del Morannon, cosa che nel libro non accade poiché lo hobbit si trova ancora in uno stato di convalescenza.

Nel libro Aragorn non uccide la Bocca di Sauron ma lo spaventa, per poi lasciarlo scappare e tornare dietro il Nero Cancello di Mordor. Nel libro Aragorn non fa nessun discorso di incoraggiamento agli eserciti, e, inoltre, non è presente alcuna scena dove quest'ultimo sta per essere sopraffatto da un troll prima della distruzione dell'Unico Anello.
Altra differenza importante è l'uso che Sam fa dell'Anello. Nel libro, dopo aver creduto Frodo morto e aver preso Pungolo e l'Unico, scopre grazie agli orchi che in realtà il suo padrone non è morto. A questo punto decide di indossare l'Anello per seguirli nella torre. Questo lo rende, seppur per poco tempo, un Portatore a tutti gli effetti, dandogli, quindi, la possibilità di concludere la sua esistenza nelle terre imperiture, scelta che compirà dopo aver rinunciato al suo ottavo mandato come Sindaco della Contea e dopo la morte della moglie Rosie. Nel film Sam prende semplicemente la spada e l'Anello ma non ne fa mai uso.

Nel libro l'Anello viene distrutto in modo differente: Gollum preso dalla felicità inciampa e cade nella lava. Nel film cade nel baratro durante una colluttazione con Frodo.

La differenza più significativa è il taglio di tutta la parte relativa agli hobbit al ritorno nella Contea ed alla Battaglia di Lungacque. Nel libro infatti quando essi tornano trovano una Contea molto diversa, nuovi individui hanno preso il potere privando gli abitanti della libertà. La vicenda, piuttosto articolata, si conclude con la scoperta che il capo di questi "invasori", un certo Sharkey, altri non è che Saruman. I quattro hobbit dopo aver fomentato la folla e smascherato Saruman decidono di non uccidere Saruman e di lasciarlo andare via con Grima Vermilinguo. E qui la scena della morte di Saruman è simile a quella vista nel film: Saruman non vuole la pietà di nessuno, si arrabbia con Grima che considera suo schiavo, Grima in preda all'odio lo uccide alle spalle e gli hobbit uccidono Grima colpendolo con delle frecce, per fermarlo (nel film invece è Legolas ad uccidere Grima con una freccia).

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